[:it]TPSIT: assegnazione dinamica di indirizzi IP[:]

[:it]

Kay Sage

Ogni computer che si identifica alla rete deve aver assegnato un indirizzo IP univoco.

Tale indirizzo può essere assegnato in maniera statica o dinamica.

Il protocollo per l’assegnazione dinamica degli indirizzi IP si chiama DHCP (Dynamic Host Configuration Protocol)

Esso fornisce:

  • indirizzo IP
  • maschera di rete
  • indirizzo brodcast
  • il nome dell’host
  • il dominio
  • indirizzo del gateway predefinito
  • indirizzo IP del server DNS

Il servizio o demone per il protocollo DHCP si chiama dhcp-server

Per installarlo si usa il comando:

apt-get install isc-dhcp-server

 

il file di configurazione è nel percorso etc/dhcp e si chiama:

dhcpd.conf

per far partire il servizio si usa il comando

sudo /etc/init.d/isc-dhcp-server start

NB.

Per far partire un particolare servizio si deve sempre entrare nel percorso etc/init.d e scegliere il nome del demone che si vuol far partire poi utilizzare il comando precedente.[:]

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[:it]TPSIT: la risoluzione dei nomi di dominio[:]

[:it]Invece che identificare i singoli host di una rete tramite il relativo indirizzo ip è molto più pratico associargli un nome (dominio).

Chi effettua tale associazione è un software o più comunemente chiamato server DNS (Domain Name System, sistema per i nomi di dominio).

Nell’ambiente LInux il più diffuso è il bind.

Per installare il servizio:

apt-get install bind9

in fase di partenza potrebbe dare come errore:

debian named[2101]: network unreachable resolving ‘E.ROOT-SERVERS.NET/AAAA/IN’:

per risolverlo:

Accedi al  file /etc/default/bind9:

# run resolvconf?
RESOLVCONF=yes
# startup options for the server
OPTIONS="-4 -u bind"

a questo punto fai ripartire il server

In una semplice rete locale, in cui non è attivo il servizio DNS, si va a leggere il file /etc/host.conf

cat /etc/host.conf

con order significa che va a leggere prima il file di configurazione del servzio hosts e poi il file di configurazione del servizio bind.

La seconda riga afferma che posso associare allo stesso nome più indirizzi IP.

Gli host conosciuti sono inseriti nel file /etc/hosts

Per inserire dei commenti all’interno del file hosts su usa il #.

Bind

Se il servizio bind è attivo esso userà il file:

/etc/resolv.conf

esso contiene ad esempio:

Se si hanno a disposizione più server si inserisce qui l’indirizzo ip ed il relativo nome del nuovo server.

Per attivare il servizio bind

sudo /etc/init.d/bind 9 start

Per fermare il servizio bind

sudo /etc/init.d/bin9 stop[:]

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[:it]TPSIT: gli host della rete[:]

[:it]Gli host della rete sono tutti gli apparecchi che sono collegati ad una rete che presentano quindi una scheda di rete.

il file /etc/hosts contiene l’elenco degli hosts conosciuti.

Ad esempio il file hosts presente nel mio pc linux contiene:

cat /etc/hosts

Per identificare un host si può usare indifferentemente l’indirizzo ip o il nome o i nomi .

Tra tutti gli host vi è sempre il loopback che ha come indirizzo sempre 127.0.0.1.

Un host non connesso ad una rete non avrebbe nessun indirizzo IP, per cui programmi in esecuzione che utilizzano IP come protocollo non potrebbero colloquiare. Ad esempio un applicativo che utilizzza un db non potrebbe collegarsi ad esso se non avesse un localhost.

Per verificare che un host è attivo o meno nella rete ed i tempi di risposta dello stesso si usa il comando ping.

Ho modificato il file hosts in questa maniera:

cat /etc/hosts

posso adesso effettuare il ping in queste tre maniere

  • ping 127.0.0.1
  • ping localhost
  • ping topolino

il comando ping si blocca con la sequenza Ctrl + C.

nmap

Il comando nmap consente di scoprire quali host sono presenti in una rete e quali servizi sono attivi su ciascun host. Questo programma effettua richieste su tante porte in modo da trovare quali servizi sono attivi. Effettua un portscanning e tramite esso si verifica la sicurezza della rete.

Per installare il programma nmap si usa il comando

sudo apt install nmap

ad esempio il sito www.whymatematica.com è, a tutti gli effetti un host nella rete internet.

effettuo l comando

nmap www.whymatematica.com

Un altro strumento di diagnostica è:

traceroute che permette di rilevare il percorso di rete (gateway, bridge, router, ecc) compiuto dal pacchetto tra l’host di partenza e l’host di destinazione.

Ad esempio:

traceroute www.whymatematica.com

fornisce come output:

 

 

 

 

 

 

 [:]

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[:it]TPSIT: le porte[:]

[:it]L’elenco delle porte è contenuto nelle file presente /etc/services

per visualizzarlo uso il comando

cat /etc/services

( per visualizzare il contenuto di un file si possono usare i comandi gedit o more o less, cat nasce principalmente per concatenare infatti deriva dall’inglese to cater = fornire)

per cercare una parola specifica all’interno di un file usare l’acronimo grep (general regular expression print)

cat /ets/services |grep www

quando un programma si attiva, il sistema assegna una porta. Il sistema si mette in listen (in ascolto)

Per controllare le porte sulle quali avvengono le connessioni si utilizza il comando

netstat 

con le relative opzioni

-l porte in ascolto

-n numero di porta

-p programma che utilizza quella porta

netstat -nlp

mostra le tre opzioni

il comando

netstat -s 

mostra il numero di pacchetti inviati, ricevuti, il numero di porte aperte, il numero di connessioni aperte

IFCONFIG

Serve per monitorare le interfacce di rete, attivarle o monitorarle

lo –> interfaccia di loopback

eth –> interfacce di rete Ethernet

sln –> interfacce di rete SLIP (linee seriali)

ppp –> dispositivi point to point Protocol

plip –> Parallel Line IP

il semplice comando

ifconfig 

fornisce, ad esempio il seguente output:

Per attivare i meno un’interfaccia di rete si utilizza il comando:

ifconfig etho up

oppure

ifconfig etho down

con il seguente comando si associa un opportuno indirizzo di rete e netmask

ifconfig eth0 192.168.1.55 netmask 255.255.255.0[:]

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[:it]Linux: versione installata[:]

[:it]Per verificare la versione installata di digitare:

lsb_release -dc

si avrà questo output

oppure

lsb_release -c

e per vedere che release

cat /etc/debian_version[:]

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[:it]Linux: Ubuntu: installazione/disinstallazione pacchetti[:en]Linu[:de]Linu[:]

[:it]

Kay Sage

INSTALLAZIONE

Tale procedura non utilizza Ubuntu software center ma solo comandi da terminale

Per installare un pacchetto, dopo averlo scaricato, bisogna prima di tutto diventare superuser o root con il seguente comando:

sudo -i

a questo punto si chiederà la password di root

poi

dpkg -i nomepacchetto.deb

inserendo il percorso corretto di dove si è scaricato il pacchetto.

DISINSTALLAZIONE

Sempre come root, prima fare una lista dei programmi inseriti mediante il comando

dpkg –list

se si ha un’idea del nome del programma da disinstallare usare il comando:

dpkg –list |grep parola_dacercare

poi digitare:

sudo apt-get –purge remove [nome del pacchetto][:]

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[:it]TPSIT: strumenti e tecnologie per l’Ammnistrazione digitale[:]

[:it]

Dada

Banche dati, sportelli telematici, portali, siti Web

Archivi anagrafici aggiornati

Archivio del catasto

normative

Registro delle imprese

Registro dei protesti

Tutte risorse accessibili a tutti rimuovendo gli ostacoli dovuti a differenze culturali, l’età o disabilità fisiche

Riconoscimento e identificazione digitale

Carta d’Identità Elettronica: una smart card che contiene al suo interno una banda ottica
e un microprocessore. I dati del cittadino, con la fotografia, sono impressi in modo visibile sia sul supporto fisico sia sulla banda ottica e memorizzati informaticamente sul microchip e ancora sulla banda ottica

Carta Nazionale dei Servizi : tessera sanitaria

Pagamenti e transazioni commerciali

uso di carte di credito oppure bonifici e addebiti su conto correnti bancari o postali, attraverso l’home banking.

Il software Open Source

L’utilizzo di software Open Source nella Pubblica Amministrazione è un aspetto importante perché consente la riduzione dei costi delle licenze

La gestione dei documenti

L’autenticità e l’integrità dei documenti nei passaggi all’interno e all’esterno dell’Amministrazione sono garantiti dall’uso della firma digitale[:]

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[:it]TPSIT: e-government[:]

[:it]

Kay Sage, 1955

e-government si intende l’applicazione delle tecnologie informatiche messe a disposizione del cittadino. Ossia rendere il più possibile trasparenti ed accessibile al cittadino ogni procedure amministrativa.

L’e-government riguarda:
• l’erogazione di servizi efficienti;
• l’identificazione digitale del cittadino o dell’impresa da parte dello Stato;
• lo scambio di informazioni;
• il miglioramento dei rapporti normativi e fiscali;
• la semplificazione delle procedure amministrative;
• la formazione del personale;
• l’approvvigionamento di beni o servizi.

Inoltre le amministrazioni pubbliche devono essere in grado di accettare dai cittadini e dalle aziende i pagamenti elettronici per i tributi oppure per le prestazioni e i servizi.

L’e-goverment produce cambiamenti anche nell’organizzazione interna delle aziende e degli uffici e nelle loro modalità di lavoro:

  •  uso della Posta Elettronica Certificata (PEC) nelle comunicazioni tra PA e cittadino e tra PA e imprese;
  • obbligo per aziende e studi professionali di inviare denunce, pratiche o dichiarazioni dei redditi esclusivamente per via telematica, con eliminazione della carta (dematerializzazione);
  • riduzione del volume dei documenti cartacei attraverso l’archiviazione su supporti ottici, considerati validi per la conservazione di atti, scritture contabili e corrispondenza;
  • pluralità di canali di accesso ai servizi e alle informazioni: Internet, Call center, cellulare.

Il Codice dell’Amministrazione Digitale, contenuto nel Decreto Legislativo n. 82 del 2005 in vigore dal 1° gennaio 2006, stabilisce i principi e le modalità per consentire ai cittadini di usufruire di dati e servizi digitali e quindi di una Pubblica Amministrazione più efficiente e trasparente.

Per dare attuazione ai progetti dell’amministrazione digitale è stato costituito a livello governativo l’ente nazionale per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, denominato Agenzia per l’Italia digitale, che ha il compito di fornire il supporto alla Pubblica Amministrazione nell’utilizzo efficace dell’informatica e delle tecnologie, per migliorare la qualità dei servizi e contenere i costi dell’amministrazione statale e locale (www.agid.gov.it).[:]

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[:it]C++: Dev C++/Geany e namespace personalizzabili[:]

[:it]Affinché un programma possa usare un proprio namespace è necessario inserirlo nella libreria che deve essere vista dal programmatore.

Ecco come si fa:

A questo punto di pare la finestra:

aprendo la cartella Directories e a cartella C++ Includes.

Poi si seleziona la cartella che precedentemente di era creata e nella quale si inseriscono tutti i namespace personalizzabili e la si aggiunge alle cartelle standard.

 

Per l’IDLE Geany è sufficiente inserire  il percorso della cartella in cui si sono salvate i file *.h

Ad esempio:

#include</home/francesco/CPP/include/rettangolo.h>

oppure

#include</home/INSEGNANTI/bragadinf/rettangolo.h>[:]

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[:it]C++: librerie del programmatore, namespace, information hiding [:]

[:it]

Jacek Yerka

Il linguaggio C++ permette al programmatore di definire una propria libreria nella quale inserire blocchi di programma, utilizzabili da più sorgenti.

Essi possono essere inglobati nel listato del programma mediante la parola

#include<nome_del_namespace.h>

Ad esempio si crea il seguente blocco di programma:

namespace Rettangolo{
//dati
int base, altezza;
//funzioni
int Area(int, int);
int Perimetro(int,int);
}

int Rettangolo::Area(int b,int h)
{return b*h;
}

int Rettangolo::Perimetro(int b,int h)
{
return (b+h)*2;
}

si noti la seguente struttura:

  • si ha una parte dati,
  • una parte dichiarativa delle funzioni che verranno usate
  • la definizione delle funzioni stesse che hanno però prima il nome del namespace::

Ecco poi il listato del programma che usa il namespace rettangolo:

#include<iostream>
#include<rettangolo.h>

using namespace std;

int main()
{
cout<<“Base: “;
cin>>Rettangolo::base;
cout<<“Altezza: “;
cin>>Rettangolo::altezza;
cout<<Rettangolo::Area(Rettangolo::base,Rettangolo::altezza)<<endl;
cout<<Rettangolo::Perimetro(Rettangolo::base,Rettangolo::altezza)<<endl;
}

si nota :

#include<rettangolo.h>

che include il namespace o blocco di programma definito in maniera esterna.

Ho creato una libreria in cui ho definito tutti i miei namespace.

Per evitare di dover scrivere ogni volta il riferimento al namespace rettangolo si può usare

using namespace Rettamgolo;

il codice del sorgente diventa:

#include<iostream>
#include<rettangolo.h>

using namespace std;
using namespace Rettangolo;

int main()
{
cout<<“Base: “;
cin>>base;
cout<<“Altezza: “;
cin>>altezza;
cout<<Area(base,altezza)<<endl;
cout<<Perimetro(base,altezza)<<endl;
}

Questo progetto, pur essendo molto semplice, fornisce un’idea dell’importanza del namespace e delle librerie disponibili per il programmatore, il quale può utilizzare, nei suoi programmi dati e funzioni senza conoscere l’effettiva implementazione con il codice C++. In questo modo si realizza l’information hiding (nascondere le informazioni), con i vantaggio di poter modificare, in tempi successivi le funzioni (e in generale le librerie) per renderle più efficienti, senza dover cambiare i programmi che le utilizzano.

Per esempio, il programma precedente, utilizza le variabili base, altezza e le funzioni Area e Perimetro, ma la loro implementazione non è presente nel programma perché è definita nel namespace Rettangolo. In pratica le funzioni rappresentano le interfacce che il programmatore utilizza per effettuare le elaborazioni sul rettangolo.

Il nome del namespace delle principali librerie del linguaggio C++ è std (standard)[:]

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