Le aree – perimetro delle figure piane più utilizzate

Il luogo comune sulla geometria è che è un qualcosa di diverso dall’algebra, staccato, quasi una materia a se’ stante. Nulla di più sbagliato: gli stessi libri vengono separati in due parti come se l’utilizzo dei conti e dei numeri facessero parte di un mondo diverso.

Anche questo ha contribuito notevolmente ad allontanare sempre più la naturale presenza della matematica nella vita quotidiana.

La vita che ci circonda è fatta da superfici, aree, volumi, lati che inevitabilmente sono strettamente connessi con l’utilizzo della loro misura. Che forse un sacchetto della spesa è tanto diverso da un tronco di cono?

Quando si acquista un’automobile non si calcola forse la capacità del bagagliaio e quante valige potranno starci? Ancora quando si viaggia in aereo non si paga forse la dimensione del bagaglio e se si supera un certo peso non si paga una tariffa più alta?

Un altro aspetto che spesso evidenzio è come la Fisica venga trattata in maniera separata dal resto ma… questo è un altro discorso.

Torno al problema delle figure piane; conditio sine qua non per affrontare la materia è conoscere le aree e i perimetri.

L’area è la misura di quello che viene racchiuso dai lati di una figura piana. La lunghezza dei lati fornisce il perimetro.

QUADRATO

Area: lato * lato

Perimetro:  lato+ lato + lato + lato

RETTANGOLO

Area: lato maggiore * lato minore

Perimetro: 2 *lato maggiore + 2*lato minore

TRIANGOLO

Area: ( base * altezza ) /2

Perimetro:somma dei tre lati

TRAPEZIO

Area: (base minore + base maggiore) * altezza ed il tutto diviso 2

Perimetro: base minore + base maggiore + 2*lati obliqui

Non si possono non definire le tre tipologie di triangoli: scaleno (tutte e tre i lati diversi), isoscele (due lati uguali), rettangolo (i tre lati diversi ma due di esso formano un angolo di 90°)

Il Teorema di Pitagora è il più conosciuto e si applica SOLO al triangolo rettangolo:

Il quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma dei quadrati costruiti sui cateti.

Ossia siccome si è amanti delle formule:

i = radice quadrata ( cateto uno al quadrato + cateto 2 al quadrato)

dove con il nome di cateto si identificano i due lati che formano tra di essi un angolo di 90° e ipotenusa il lato obliquo.

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